Roberto Ghio, l'Oste
Molti lo conoscono come il filosofo del vino: Roberto Ghio, classe 1977 e una laurea in filosofia, segue le orme di famiglia. Con lui l’attività giunge alla sesta generazione di vignaioli: Roberto è la sua azienda, la sua azienda è la sua famiglia, della sua famiglia fanno parte anche i suoi vini. Con i suoi prodotti vuole raccontare fedelmente territorio e clima dell’annata, in ogni bottiglia racchiudere storia, passione, lavoro.
Il suo percorso parte dalla stima per la grande ricchezza della cultura materiale del territorio, quell’angolo di Piemonte che profuma di Liguria, quella terra di confine dove si districano mille antiche vie, le quali per secoli furono teatro di scambio di merci e genti tra l’entroterra e il mare, quel fazzoletto di terra di confine da lui ribattezzato “Piemontemare”.
In prima battuta Roberto si occupa della valorizzazione di un luogo unico della parte montana del Comune di Bosio, attraverso la gestione della Baita Rio Gorzente, locale nel cuore del Parco delle Capanne di Marcarolo, trasformato in un avamposto di ospitalità dove godere di meraviglie naturalistiche uniche e gustare piatti tipici, intrattenuti da una ricca programmazione di eventi musicali, teatrali, letterari e sportivi.
In seguito, sul solco della tradizione familiare, Roberto inaugura nel cuore di Gavi l’Osteria Piemontemare, recuperando l’atmosfera della vecchia osteria gestita fino agli anni ’50 dai nonni paterni in quel di Bosio.
Arredata con antichi oggetti, una volta indispensabili per chi lavorava la terra e produceva vino, l’osteria gaviese propone il menù delle radici gastronomiche locali, non solo per le materie prime a bassissimo chilometraggio, ma soprattutto perché tutti i piatti sono frutto di un lungo lavoro di ricerca dell’eredità storica di quella sottile linea di confine che divide o - sarebbe meglio dire - unisce il Piemonte e la Liguria.